Le voci secondo cui io ero al mare.
C'era gente convinta che io possieda una casa al mare.
E mi dicevo che forse erano stati ingannati dalle foto del blog, da quelle all'album.
Ma mi pareva abbastanza strano.
Per una serie di motivi, so chi legge il mio blog, e sono persone che il pentolino di cavoli loro se lo fanno, quindi mi puzzava un po', questo girare di voci sul presunto benessere economico della sottoscritta.
Ma finalmente qualche giorno fa ho scoperto l'artefice del pettegolezzo sulla casa al mare.
Le è sfuggito in mia presenza: Sapevo che eri al mare.
"Al mare dove?"
"Ah... ma no per dire che non c'eri in casa."
"Ma tu guarda, e io che mi chiedevo chi era a mettere in giro tante balle su di me, finalmente posso stringerti la mano!"
"Oh..."
Spero caldamente che la persona in questione abbia capito che ero tentata di sputarci su quella mano.
Piccola impicciona che non è altro.
Non ha ancora avuto tutto il fatto suo, ma conto di risolvere entro la settimana.
Mai lasciare sospesi, che prima o poi presentano il conto.
Cosa mi da fastidio?
Chi mi legge sul blog poi può chiedere a me, o in privato o in commento pubblico, quanto sia vero e quanto romanzato di quello che scrivo.
La maldicenza delle pettegole di quartiere invece, non ha filtri di controllo, tranne il buon senso di chi ascolta, che magari prima per dare buona quella versione dovrebbe chiedere alla diretta interessata.
Ma se voi vi foste fatti un pentolino di cavoli miei a mia insaputa, a me chiedereste qualcosa o... vi fareste la vostra idea e stop.
Esatto, di norma vince la seconda e i pettegolezzi sono impossibili da estirpare.
Un po' come quella bambina che diceva al padre:
"No, io non voglio andare in mare, ci sono i mostri marini."
"Ma no, non esistono."
"Dimostramelo."
A voi dimostrare l'indimostrabile.
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