venerdì 24 aprile 2009

La memoria...

Leggendo in giro, ed anche ascoltando, capita di sentire di gente che non vuole che si commemori il 25 aprile.

E mi vengono dei conati.
Specie se penso a chi ha perso la vita durante la guerra.

Poi mentre leggo capito a questo capitolo proprio adesso, e no non me lo ricordavo e non l'ho fatto con calcolo, se calcolavo ne avrei parlato oggi e basta.

Moscardo e compagnia bella sta andando alla conigliera vicina, Efrafa, la missione è pericolosa, e Parruccone vuole che Dente di Leone narri la novella più spaventosa, quella del Coniglio Nero di Inlé.

In quella storia il mitico coniglio capo offre la sua vita in cambio della fine della guerra che sta sterminando i suoi simili.
Il coniglio nero la rifiuta.
"Non passa giorno che una coniglia non offra la sua vita per i suoi piccoli, o che un valoroso auslano non si sacrifichi per il suo coniglio capo, ma patti no, non se ne fanno, quello che deve essere sarà"

Il coniglio le prova tutte, ed alla fine torna malconcio dai suoi simili, e la guerra è finita, ma sono passati anni, è un mito ricordate, e i giovani conigli non vogliono sentir parlare del passato.

Lui e il suo fedele compagno Ravascutolo arrivano nei pressi della loro conigliera, ma non riconoscono nessuno, si avvicinano a dei giovani e domandano di un coniglio, che i giovani dicono di non aver mai sentito nominare.

"Ma era un capitano dell'Ausla durante la guerra."
"Che guerra?"
"Ma quella contro Re Darzin."
"Senti fammi il santo piacere io non ero nemmeno nato!"
"Ma conoscerete certo coloro che ve ne hanno preso parte."
"Ma chi se ne stropiccia, manco morto, sono un branco di matusa. Non ci importa neanche di sapere che hanno fatto!"

"Hanno fatto la guerra!"
"Quella farsa vecchiaccio non ci riguarda."
"E' stata una gran schifosa cosa, se nessuno le combattesse non ci sarebbero le guerra, no? Ma a questo non ci arrivano gli anziani."
"Mio padre c'era, ma quando ne parla io me la svigno, mi sa che certe cose se le inventa. Povero vecchio strambo invece di cercare di scordarsene."

Il coniglio capo si allontanò sconsolato.
E mentre stava da solo si accorse che frits(che sarebbe il dio lapino...) era la suo fianco.
"Sei in collera El-ahrairà?"

"No, non sono arrabiato, ma ho appreso che non sono i patimenti l'unica cosa per cui s'hanno a compatire coloro che si amano. Un coniglio che non ha riconoscenza per il dono cui deve la propria sicurezza è più povero di una lumaca, anche se si ritiene chissàchi!"

Ho giusto riassunto un poco, e manca tutta la parte di quello che El-ahrairà ha passato dal coniglio nero, ma ho anche dovuto ricordarmi mentre lo leggevo che questo libro ha quasi(QUASI) quarant'anni.

Però quanta poca memoria anche adesso.

Nessun commento:

Posta un commento

Se non vedete subito il commento pubblicato portate pazienza, se state commentando un post di qualche giorno fa è solo in moderazione.
Quando lo vedo lo autorizzo... forse. ^_^