mercoledì 20 gennaio 2010

Pause e stelle.

Non aver voglia di stare dentro per tutta la durata della mezz'ora, ma fuori fa troppo freddo.
E che diamine, dico sempre che mi piace il freddo, forza.

Infilarsi la giacca, ed uscire per vedere che tempo fa.
Che da dentro non si vedeva mica.
Troppa condensa sui vetri.

Una serenata di stelle.
Rimanere con il naso all'insù per un pezzo.
Almeno fino all'inizio del semicongelamento dello stesso.

Attimi di perfezione.

Rientrare, il frastuono è quasi accogliente.
Poi le cuffie a riparare le orecchie e rimane solo il calduccio.
E le ultime tre ore della giornata lavorativa sono volate.

A volte capita.
Basta avere altro a cui pensare mentre si va col pilota automatico innestato.
Solo non devono essere cose che distraggano, giusto pensieri in libertà.
Per lavorare con un sorriso sulla faccia mentre alcuni si domandano:
Ma questa che cacchio ha da ridere?

Niente.
Sorrido per conto mio per il piacere di farlo.
Perchè se piango non cambia un tubo, tranne che invece di domandarsi solo che ho me lo verrebbero anche a chiedere, e io non ho voglia di parlarne, non con loro.

Non più.
Con loro solo silenzio.
Le parole le serbo per gli altri, quelli che ci sono sempre anche quando rido di loro e con loro.

Soprattutto con... Buonanotte.

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