... quello di passarmi la palla a tradimento, canaglia che sei.
Che dire? La campagna lanciata in Ticino mi ha un po’ irritata (mi piacciono tanto gli eufemismi), perché grazie ai soliti furbacchioni facciamo la figura degli ignoranti e degli ingrati.
Ma si sa, fare leva sui sentimenti popolari con messaggi diretti e superficiali è un trucco vecchio come il mondo. D’altra parte in Ticino non abbiamo l’esclusiva, infatti oltre frontiera hanno pensato bene di riprendere l’idea adattandola a un contesto regionale.
Quando escono queste campagne ho sempre un po' l’impressione che ci prendano tutti per imbecilli. Già me li vedo, i geni al lavoro: “elaboriamo un concetto semplice e diretto,con dei bei disegnini colorati, così la gente capisce.”
Eh certo, perché un discorso costruito e costruttivo invece non lo capirebbe nessuno.
Il lettore di Severgnini sbaglia a puntare il dito contro l’Italia, la campagna dei topi si scaglia anche contro romeni e altri, ma questo ha dato meno fastidio, chissà perché? E comunque sia il problema non sta mica da quella parte della frontiera, ma da questa, e si chiama dumping salariale.
Eh già! Qui casca l’asino! Perché dopo qualche giorno di confusione sulla paternità della genialata pubblicitaria, i promotori sono usciti allo scoperto gongolanti per il “successo” ottenuto. “Obiettivo raggiunto!” hanno annunciato tronfi, pur dichiarandosi ovviamente dispiaciuti - e anche un po’ stupiti - per la piega che ha assunto la faccenda a causa dei malintesi e delle solite interpretazioni. Già, infatti hanno dovuto spiegare che in realtà il loro scopo era attirare l’attenzione sul problema del dumping salariale e quindi biasimare i datori di lavoro (svizzeri) che assumono frontalieri.
Ah! Logico! Si vede che il pifferaio magico (con t-shirt rossocrociata) che avevano previsto di piazzare sui manifesti se l’è data a gambe prima di andare in stampa! E che certe altri commenti sui manifesti si sono aggiunti da soli. Mah.
Trovo vigliacco questo tipo di approccio, ma alla fine mi vien da dire che forse questa cosa va presa per quello che è: una sparata del centro-destra per scaldarsi la voce in vista delle elezioni di aprile. Checché ne dicano i promotori della campagna.
Comunque sia non lo nego mica: ai ticinesi non piace essere scambiati per italiani, così come i romandi non vogliono essere presi per francesi e gli svizzero tedeschi fanno di tutto per distinguersi dai germanici. Ma tutto il mondo è paese, no?
Quando con Rabb-it si è pensato di fare un post su questa faccenda, mi è venuta in mente la pubblicità di un noto formaggio svizzero in cui un tedesco (biondo, occhi azzurri, non proprio un adone) cerca di carpire a due alpigiani appenzellesi la ricetta segreta della salamoia alle erbe che rende il formaggio unico.
Ebbene, seduto in mezzo ai due stoici montanari, il biondo teutonico afferma sospirando: “certo che se avessimo la ricetta segreta, noi tedeschi ce ne staremmo tutti in Germania!”.
E la gente ci ha riso su. Tedeschi compresi. Pensa te che roba!
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