mercoledì 10 novembre 2010

Trasferta


Ore 8:10 - Mi sveglio in piena forma, motivata e senza febbre. Metto il turbo per fare la valigia a tempo di record e prendere l'autobus in tempo utile.
Ore 9:41 - Salgo sull'autobus. -21 minuti alla partenza del treno.
Ore 9:59 - Scendo dall'autobus e corro a perdifiato rischiando di falciare un paio di passanti con la valigia che cerca di starmi dietro come può attaccata al mio braccio. Sfinita smetto di correre dopo 30 metri. Mancano 2 minuti.
Ore 10:02 - Salgo sul treno al volo senza biglietto soffiando come un mantice. Sullo stravolto andante trascino la valigia su per le scale e mi dirigo verso il vagone ristorante.
Ore 10:30 - L'euforia, lo stress e l'affanno scemano e mi rendo conto di non essere per niente in forma. È un segno del destino: io non mi ammalo mai, quindi se sono uno straccio qualcosa vorrà pur dire! Sarei dovuta restare a casa. La possibilità che l'aereo non arrivi a destinazione è remota, ma statisticamente non da escludere.
Ore 10:50 - Chiamo un'amica: "allora, che presentimento hai?" "per l'aereo? Cade! Ma prendi mezza pasticca di calmante e vedrai che poi le nuvole di sembrano batuffoli d'ovatta".
Ore 10:55 - Inizio a valutare un paio di opzioni per rendere il volo meno angosciante ed evitare scene di isteria. La fermata al bar per il grappino sfumerà per mancanza di tempo. Improvvisamente l'idea di farmi sedare come un cavallo mi sembra ottima. Sarei disposta a viaggiare nella stiva.
Ore 11:16 - Arrivo all'aeroporto, faccio il check-in con la macchinetta e sbircio con (poca) nonchalance gli altri partenti per sapere cosa staccare dall'etichetta per la valigia.
Ore 11:40 - Alla sicurezza mi accodo a un gruppetto di bipedi impegnati a discutere sulle norme di sicurezza negli svariati aeroporti in cui sono stati. Arriva il loro turno e i geni non si sono tolti né giacca, né cintura, né orologio e nemmeno hanno vuotato le tasche. *
Ore 11:55 - Vago alla ricerca di una farmacia.
Ore 12:20 - Sull'aereo sono seduta in mezzo a due omaccioni. Uno degno di nota, ma già dorme, l'altro con un alito tipo fogna di Calcutta a prova di naso chiuso.
Ore 14:05 - Scesa sana e salva dal trabiccolo, mi avvio verso il ritiro bagagli. Una gentile hostess mi fa notare che sono finita al terminal sbagliato (ecco perché sugli schermi non c'era il mio volo). Su sua indicazione esco e mi dirigo al terminal giusto.
Ore 14:08 - Incontro due piloti e una hostess che mi dicono che no! non sarei mai dovuta uscire dal terminal! e che adesso devo andare dalla polizia e vedere se mi lasciano rientrare.
Ore 14:12 - Mostro l'etichetta del bagaglio a un poliziotto che senza manco dare un'occhiata mi fa passare e mi spedisce dalla parte sbagliata.
Ore 14:35 - Finalmente ritiro la mia valigia dopo aver girovagato non poco.
Il seguito è andato benissimo… ma solo perché sono venuti a prendermi in macchina!


* per i casi disperati questa opzione mi pare ottima

3 commenti:

  1. Scusa il tizio che dormiva... no dico... non è che era un allucinazione causata dalla febbre, vero?

    ^_^
    No è che mi hai fatto pensare ad un altro... addormentato, o finto tale.

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  2. Scusa ho riletto.
    Hai preso il treno senza biglietto?
    Cosa leggo... hai fatto la portoghese?

    :-P

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  3. No no il tizio c'era eccome! Un gran bel vedere, anche, ma oh: non una parola che sia una! C'è da dire che io ero letteralmente immersa nel giornale...
    E neanche l'altro eh! Bon, quello forse è stato meglio, che meno apriva la bocca e meglio era!

    :-D

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