Qualche giorno fa mi hanno chiesto che fine avevo fatto e come mai non scrivo più. Beh, in parte è sicuramente perché mi pare di non avere niente da dire, oppure se qualcosa da dire c'è qualcun altro lo ha fatto prima e meglio di me.
Oggi però un paio di parole le vorrei spendere. Anche se pian pianino quello che fino a ieri si sussurrava per rispetto delle circostanze o quasi per timore, oggi inizia ad avere un'eco.
Nell'attentato perpetrato il 28 aprile in un caffè di Marrakech hanno perso la vita 17 persone. E quella realtà che fino al giorno prima sembrava lontana per la prima volta ha scosso il Ticino: assieme a 8 francesi, 3 marocchini, un inglese, un canadese e un olandese sono morti anche 3 ragazzi ticinesi. Ma non è su questo che mi voglio soffermare, perché non ci sono parole per esprimere l'orrore e il senso di impotenza.
Nell'ultima settimana sono state mosse dure critiche alle istituzioni federali per la loro assenza e la mancanza di informazioni. Politici da cartolina! Berna però non è stata l'unica a restare quasi indifferente. Non a caso qui sopra ho parlato di vittime ticinesi e non svizzere, perché la stampa di oltre Gottardo ha praticamente ignorato la cosa. Proprio come se non li riguardasse.
No, questa volta la sindrome di Calimero non c'entra, non sono le solite sparate di un cantone indolente e viziato o di partiti a caccia di consensi. Il fatto è che il Ticino piange i suoi ragazzi e lo fa da solo. E io lo trovo inammissibile e vergognoso.
Ogni anno puntualmente i quotidiani svizzerotedeschi trovano il tempo e lo spazio per raccomandare ai loro lettori di non scendere in Ticino per il weekend pasquale causa meteo sfavorevole e nel momento in cui il paese dovrebbe essere unito più che mai… NIENTE? Ma a voi pare una cosa normale?
In circostanze come questa le nazioni non hanno confini, ogni vittima è cittadina del mondo. Così credevo. Evidentemente Svizzera tedesca e romanda fanno eccezione. Che vergogna! E che delusione! Siamo come una goccia d'olio sul pelo dell'acqua: il legame e il senso di appartenenza al nostro paese non mancano, ma sembrano non bastare mai. A volte si ha proprio l'impressione che la Svizzera sia composta da 25 cantoni più il Ticino.
So che l'argomento non interessa la maggior parte dei lettori del blog, ma queste cose mi fanno incazzare e ogni tanto vanno dette.
Oggi però un paio di parole le vorrei spendere. Anche se pian pianino quello che fino a ieri si sussurrava per rispetto delle circostanze o quasi per timore, oggi inizia ad avere un'eco.
Nell'attentato perpetrato il 28 aprile in un caffè di Marrakech hanno perso la vita 17 persone. E quella realtà che fino al giorno prima sembrava lontana per la prima volta ha scosso il Ticino: assieme a 8 francesi, 3 marocchini, un inglese, un canadese e un olandese sono morti anche 3 ragazzi ticinesi. Ma non è su questo che mi voglio soffermare, perché non ci sono parole per esprimere l'orrore e il senso di impotenza.
Nell'ultima settimana sono state mosse dure critiche alle istituzioni federali per la loro assenza e la mancanza di informazioni. Politici da cartolina! Berna però non è stata l'unica a restare quasi indifferente. Non a caso qui sopra ho parlato di vittime ticinesi e non svizzere, perché la stampa di oltre Gottardo ha praticamente ignorato la cosa. Proprio come se non li riguardasse.
No, questa volta la sindrome di Calimero non c'entra, non sono le solite sparate di un cantone indolente e viziato o di partiti a caccia di consensi. Il fatto è che il Ticino piange i suoi ragazzi e lo fa da solo. E io lo trovo inammissibile e vergognoso.
Ogni anno puntualmente i quotidiani svizzerotedeschi trovano il tempo e lo spazio per raccomandare ai loro lettori di non scendere in Ticino per il weekend pasquale causa meteo sfavorevole e nel momento in cui il paese dovrebbe essere unito più che mai… NIENTE? Ma a voi pare una cosa normale?
In circostanze come questa le nazioni non hanno confini, ogni vittima è cittadina del mondo. Così credevo. Evidentemente Svizzera tedesca e romanda fanno eccezione. Che vergogna! E che delusione! Siamo come una goccia d'olio sul pelo dell'acqua: il legame e il senso di appartenenza al nostro paese non mancano, ma sembrano non bastare mai. A volte si ha proprio l'impressione che la Svizzera sia composta da 25 cantoni più il Ticino.
So che l'argomento non interessa la maggior parte dei lettori del blog, ma queste cose mi fanno incazzare e ogni tanto vanno dette.
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Quando lo vedo lo autorizzo... forse. ^_^